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Brundibar

Montag 29.01.2024
Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia – Il Rossetti
Lunedì 29 gennaio alle ore 20.30 verranno rappresentate, per la prima volta in un’unica serata, al Politeama Rossetti di Trieste l'opera per coro di bambini ed orchestra Brundibár (Calabrone) del compositore Hans Krása su libretto di Adolf Hoffmeister (1938) e l’opera Der Kaiser von Atlantis oder die Tod-Verweigerung (L’Imperatore di Atlantide ovvero il rifiuto della Morte) di Viktor Ullmann su libretto di Peter Kien (1943-1944).
A eseguire le partiture saranno l’Orchestra Abimà e la Civica Orchestra di Fiati “Giuseppe Verdi” dirette dal Maestro Davide Casali con la partecipazione del Coro VocinVolo - Ritmea (Maestro del coro Lucia Follador).
Lo spettacolo, della durata di un’ora e mezza, è a ingresso gratuito fino ad esaurimento dei posti. Regia di Diana Höbel.
La mattina, alle ore 11.30, verrà eseguito il solo Brundibár, in una rappresentazione dedicata agli allievi delle scuole di ogni ordine e grado della città.
La messa in scena delle due opere si inserisce all’interno della decima edizione del Festival Viktor Ullmann, realizzato dall'Associazione Musica Libera in collaborazione con Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Comunità Ebraica di Trieste e il progetto TerezÍn: la città delle false speranze, che il Comune di Trieste e l'Associazione Musica Libera propongono da diversi anni nelle scuole come percorso di approfondimento sulla Shoah e sulla realtà di Theresienstadt (in ceco TerezÍn), la città- fortezza austroungarica, situata nei pressi di Praga, che il regime nazista trasformò in un ghetto- campo destinato agli ebrei. Pur in quel luogo di costrizione, alcuni artisti hanno avuto la possibilità di svolgere dell’attività culturale e artistica in continuità con il loro passato, realizzando alcune delle opere proposte nel corso della rassegna.

DER KAISER VON ATLANTIS

L’opera Der Kaiser von Atlantis oder die Tod-Verweigerung nasce dalla sinergia creativa di due personalità artistiche note per il loro eclettismo, deportate e imprigionate nel ghetto-campo nazista di Terezín: il musicista e critico musicale Viktor Ullmann e il poeta e pittore Peter Kien, due artisti molto diversi per formazione, che si ritrovano accomunati non solo dalla stessa condizione di perseguitati a causa della loro origine ebraica e deportati a Terezín, ma anche dalla stessa convinzione che “l’arte di fronte all’estremo” possa essere un mezzo di lotta e di contrasto al male, generatore di odio, di guerre e di morte.

Der Kaiser von Atlantis, opera in un atto, suddivisa da un prologo e quattro Bildern (quadri) narra la storia del rifiuto della Morte a sottomettersi alla bramosia di potere e di dominio dell’Imperatore di Atlantide Kaiser Overall (caricatura della figura di Hitler) che ha deciso di sfidare il mondo in una guerra assoluta di tutti contro tutti, guerra che tiene Arlecchino prigioniero in un campo.
La Morte si ribella al volere dell’Imperatore: nessuno può più morire e il mondo cade nel caos.
L’Imperatore governa attraverso l’opera del Tamburo (chiaro riferimento a Goebbels, Ministro della Propaganda del regime nazista) e dell’Altoparlante (probabile riferimento a Goering, Maresciallo del Reich).
Nel terzo quadro, mentre due soldati stanno combattendo, si scopre che uno di loro, Bubikopf, è una ragazza. I due soldati si innamorano e smettono di combattere nonostante le insistenze del Tamburo: è questo il seme che farà rifiorire la vita.
Arlecchino, ora libero, si reca con la Morte al palazzo dell’Imperatore, ormai sconfitto. Kaiser Overall chiede alla Morte di ricominciare ad operare nel mondo. Quest’ultima accetta alla sola condizione che sia Overall il primo a morire. È così che l’ordine del mondo viene finalmente ristabilito.
La musica composta da Ullmann per quest’opera è un continuo intreccio di diversi registri e stili musicali. L’opera è ricca di elementi simbolici ed allegorici sia nel testo che nella musica. Ullmann prestò molta attenzione al testo di Kien in modo da far aderire la musica ad ogni passaggio del libretto. Molte le citazioni melodiche di brani di compositori considerati degenerati dal regime nazista tra cui Josef Suk, Kurt Weill, Antonín Dvořák, Gustav Mahler, e abbondante è l’uso di generi diversi, dallo Swing al blues, dalla canzone popolare alla sinfonia, per arrivare alla trasposizione nella tonalità minore dell’inno nazionale nazista.
Suggestivo è anche l’amalgama timbrico/sonoro dell’orchestra dovuto in particolare dalla limitata disponibilità di strumenti e di musicisti all’interno del ghetto-campo di Terezín.
Durata 55 minuti.

Viktor Ullmann, musicista, compositore, direttore d’orchestra e critico, nasce nel 1898 a Teschen, figlio di un ufficiale dell’esercito austro-ungarico. Studia a Vienna sotto la guida di Arnold Schönberg. Ritorna a Praga dove lavora con Alexander von Zemlinsky per il Nuovo Teatro Tedesco.
Nel 1929 si trasferisce ad Aussig e trova impiego come primo direttore e successivamente si trasferisce a Zurigo. Qui aderisce alla Società Antroposofica di Rudolf Stein per la quale dirige una libreria a Stoccarda. Dopo l’ascesa al potere di Hitler in Germania e della successiva emanazione delle leggi di Norimberga (1935) si vede costretto a rientrare a Praga dove inizia l’attività di critico per la radio ceca e la rivista Der Auftak e riprende a comporre: tra il 1933-1935 lavorò alla stesura dell’opera lirica Der Sturz des Antichrist (La caduta dell’Anticristo).
L’8 settembre 1942 viene deportato a Terezín insieme alla sua terza moglie. Nel 1943 comincia la sua collaborazione con il Freizeingenstaltung (dipartimento per il tempo libero) come critico musicale, organizzatore delle prove dei vari pianisti e durante la sua detenzione nel ghetto-campo riesce a comporre più di venti opere tra cui 3 sonate per pianoforte, un quartetto e, tra il 1943 e il 1944, l’opera Der Kaiser von Atlantis. Durante il 1944 si svolgono le prove per la messa in scena del Kaiser von Atlantis, prevista in occasione della visita della Croce Rossa Internazionale, ma l’opera non verrà mai eseguita pubblicamente a Terezín perché il 16 ottobre 1944 quasi tutto il cast, compreso Ullmann, viene deportato ad Auschwitz. Il giorno successivo Viktor Ullmann viene assassinato in una camera a gas.
Prima di partire Ullmann affida le partiture delle sue opere, tra cui quella del Kaiser von Atlantis, al dott. Emil Utiz, direttore della biblioteca di Terezín, il quale, sopravvissuto alla guerra, le consegnerà nel 1947 a Londra al dott. Hans Gunther Adler. Solo il 16 dicembre 1975 il Kaiser von Atlantis verrà eseguito per la prima volta al mondo presso il Bellevue Centre ad Amsterdam, sotto la direzione di Kerry Woodward.
Peter Kien nasce a Varnsdorf nel 1919. Studia a Praga presso l’Accademia di Belle Arti e presso la scuola di pittura e grafica Officina Pragensis.
Il 5 dicembre 1941 arriva a Terezín come componente del secondo Aufbaukommando, gruppo di ebrei deportati con il compito di trasformare la città fortezza di Terezín in un ghetto-campo nazista. Durante la sua prigionia Kien ha modo di realizzare poster e cartelloni degli spettacoli per il Freizeingenstaltung. Con Otto Ungar e Bedrich Fritta (I Pittori di Terezín) svolge un’intensa attività artistica clandestina, con lo scopo di documentare e testimoniare le terribili condizioni di vita a cui erano costretti i deportati. Per questa loro attività, una volta scoperti, Ungar e Fritta furono torturati e uccisi.
Peter Kien in qualità di poeta scrive il libretto del Der Kaiser von Atlantis per l’amico Viktor Ullmann (a cui dedicherà anche un ritratto). Viene deportato ad Auschwitz con la famiglia il 16 ottobre 1944, dove morirà poco dopo il suo arrivo.

BRUNDIBÁR
L’opera per bambini Brundibár narra la storia di due bambini Aninka e Pepicek, alla disperata ricerca di denaro per curare la mamma malata. Il dottore prescrive alla madre di bere del latte per guarire dalla malattia. Ma per guadagnare i soldi necessari per comprare il latte iniziano a cantare per la strada, ma devono vedersela con il cattivo Brundibár, il suonatore di organetto. Solo con l’aiuto dei nuovi amici il Passero, il Gatto e il Cane ed il coinvolgimento di un coro di bambini riusciranno nell’impresa.
L'opera per coro di bambini ed orchestra Brundibár fu composta da Hans Krása sui testi di Adolf Hoffmeister nel 1938 per partecipare a un concorso di composizione d’opera per bambini del governo cecoslovacco, ma con l’occupazione nazista venne cancellato.
Nonostante il divieto agli ebrei di frequentare a vita pubblica, nel 1941 iniziarono le prove del Brundibár presso l'orfanotrofio ebraico di Praga, che fungeva temporaneamente da struttura educativa per i bambini ebrei.
La prima rappresentazione dell'opera si svolse nell'inverno del 1942 presso l'orfanotrofio, quando sia il compositore Krása che lo scenografo František Zelenka, direttore di palco per il Teatro Nazionale Ceco, erano già stati deportati a Terezín.
Nel luglio del 1943, la maggior parte dei membri del coro e del personale dell'orfanotrofio fu deportata a TerezÍn, mentre solo il librettista Hoffmeister riuscì a fuggire in tempo da Praga. Riunito il cast a TerezÍn, Krása ricostruì a memoria l'intera partitura dell'opera basandosi unicamente su una parte dello spartito per pianoforte che ancora possedeva. Adattò la partitura agli strumenti disponibili nel ghetto-campo, tra cui flauto, clarinetto, chitarra, fisarmonica, piano, percussioni, quattro violini, un violoncello e un contrabbasso.
La regia fu affidata a Zelenka.

Il Brundibár venne rappresentato per la prima volta a TerezÍn il 23 settembre 1943 nella sala della Magdeburg Kaserne davanti a oltre duecentocinquanta spettatori, e diretto da Rudolf Freudenfekd e con le coreografie di Camilla Rosenbaum. L’opera fu riproposta 55 volte durante l'anno successivo. Nel 1944, si tenne una rappresentazione speciale in occasione della visita della delegazione della Croce Rossa Internazionale.
Nel corso dell'anno, una rappresentazione di Brundibár fu anche filmata per un film documentario di propaganda dalla zona d’insediamento ebraico” (Theresienstadt - Ein Dokumentarfilm aus dem Jüdischen Siedlungsgebiet), e successivamente inclusa nel documentario "Voices of the Children" del 1999, vincitore di un Emmy Award e diretto da Zuzana Justman, una sopravvissuta di TerezÍn che aveva cantato nel coro.
Hans Krása e la maggior parte dei musicisti e dei bambini che avevano cantato nelle diverse rappresentazioni dell’opera morirono ad Auschwitz.
Durata 27 minuti.

Hans Krása nasce a Praga da genitori ebrei. Laureatosi in composizione presso l’Accademia di Musica tedesca, diventa maestro accompagnatore al Nuovo Teatro Tedesco dove incontra il compositore e direttore Alexander von Zemlinsky. Nel 1927 si trasferisce a Berlino dove risente delle influenze musicali di Gustav Mahler, Arnold Schönberg e del Gruppo dei sei.
Al rientro a Praga Krása debutta come compositore con Four Orchestral Songs op. 1, lavoro basato sul Galgenlieder di Christian Morgenstern. La composizione di maggior rilivo è l'opera Verlobung im Traum (Il fidanzamento in un sogno) ispirata al romanzo Il sogno dello zio di Fëdor Dostoevskij. Il 10 agosto 1942 viene arrestato dai nazisti e deportato a Terezín e lavora alla riscrittura del Brundibar da far eseguire ai bambini internati, come attività educativa e di svago. A Terezín Krása compone una serie di opere da camera, alcune delle quali rimangono incompiute. Il 16 ottobre 1944 anche Hans Krása viene deportato ed assassinato ad Auschwitz.
Adolf Hoffmeister, nato il 15 agosto 1902 a Praga, si laurea alla Facoltà di Legge dell’Università di Praga nel 1925 e inizia a lavorare presso lo studio del padre avvocato.
Nell’arco della sua intera vita sarà scrittore, pubblicista, drammaturgo, pittore disegnatore, scenografo, fumettista, traduttore, diplomatico e professore universitario.
Nel 1920 diventa membro fondatore di Devĕtsil (Associazione di artisti d’avanguardia cechi), direttore del Lidové Noviny, uno dei principali quotidiani cechi, e del principale giornale letterario Literární Noviny. Nel 1938 scrive il libretto per l’opera per bambini Brundibár.
Durante la guerra è redattore della stazione radiofonica Voice of America.
Nel 1939 emigra in Francia e poi in Marocco dove viene arrestato. Fuggito da un campo di internamento, raggiunge l’America.
Nel 1945 ritorna in Cecoslovacchia e inizia a lavorare per l’Unesco e per il PEN Club. Dal 1951 è professore all’Accademia delle Arti e dei Mestieri di Praga.
Dopo l’invasione sovietica della Cecoslovacchia, Hoffmeister emigra nuovamente in Francia nel 1969, ma l’anno successivo decide di rientrare in patria.
Muore il 24 luglio 1973 sui monti Orlichý, dopo una vita errabonda da emigrante in Europa per sfuggire alle persecuzioni.
Nel 1945 ritorna in Cecoslovacchia dove lavora per l’Unesco. Dal 1951 è professore all’Accademia delle Arti e dei Mestieri di Praga.
Dopo l’invasione sovietica della Cecoslovacchia, Hoffmeister emigra nuovamente in Francia nel 1969, ma l’anno successivo decide di rientrare in patria.
Muore il 24 luglio 1973 sui monti Orlichý, giudicato dal regime una non-persona.

IL FESTIVAL VIKTOR ULLMANN

Il Festival Viktor Ullmann, nato nel 2014 e giunto alla X edizione, è dedicato ai compositori, ebrei e non, perseguitati dal regime fascista e da quello nazista per il loro impegno culturale e la loro attività artistica.
Molti di questi musicisti si sono salvati trovando rifugio nell’esilio, fuori dall’Europa, ma in tanti sono stati catturati dai nazisti, imprigionati e deportati nei campi di concentramento e di sterminio dove morirono. Pochissimi invece sono sopravvissuti.
La loro arte fu etichettata come “degenerata” perché non corrispondente ai canoni estetici della “purezza” ariana.
Molte sono state le prime esecuzioni assolute o italiane che hanno arricchito i concerti in calendario e che sono frutto di approfondite ricerche storiche e filologiche.
I curatori del Festival hanno intrecciato rapporti significativi con diversi studiosi dell’argomento, sparsi in tutto il mondo, e con i parenti dei compositori oggetto delle loro ricerche.
Nei concerti della rassegna, pertanto, si intende offrire al pubblico sia un’esperienza musicale nuova, di scoperta di brani musicali sconosciuti che stimolano la curiosità e il senso critico, che un’esperienza umana, di intima riflessione sulle circostanze storiche e sociali che possono causare, ieri come oggi, delle tragedie nella vita delle singole persone e di interi popoli.
Numerose le collaborazioni sorte nel corso di questi anni in ambito artistico, tra le quali si ricordano quelle con la Fondazione del Teatro Lirico Giuseppe Verdi, l’Associazione dei compositori ebrei israeliani, il Centro di Musica Contemporanea di Milano, il Festival Nessiach di Pisa, l’Orchestra San Marco di Pordenone, la Civica Orchestra di Fiati Giuseppe Verdi di Trieste, la Corale Nuovo Accordo di Trieste e la Società dei Concerti di Trieste.
Tra gli artisti che si sono già esibiti nelle passate edizioni si possono citare il flautista Roberto Fabbriciani, il violista Peter Barsony, il direttore d’orchestra Alan Bieljnski e il pianista Luca Buratto, il pianista Bruno Canino e il violinista Davide Alogna.
Il Festival Viktor Ullmann gode del contributo di Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia e Le Fondazioni Casali ed è sostenuto anche da associazioni e istituzioni civili quali l’Ucei – Unione delle Comunità ebraiche Italiane, il Museo della Shoah di Roma, il Museo ebraico di Venezia, il Comune di Trieste, il Comune di Udine, il Comune di Gradisca, la Comunità ebraica di Trieste, la Comunità ebraica di Venezia e la Comunità ebraica di Pisa e Firenze.
Politeama Rossetti
viale XX Settembre
34100 Trieste
+39 040 359 3511
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