Orfeo e Euridice – fuori scena
Montag 03.04.2023
Civico Museo Teatrale Carlo Schmidl
Civico Museo Teatrale Carlo Schmidl
Lunedì 3 aprile 2023 alle ore 17.30, per il cartellone dei «Lunedì dello Schmidl» è dedicato a «Orfeo e Euridice» di Christoph Willibald Gluck il sesto appuntamento della stagione con «FUORI SCENA», il nuovo ciclo di guide all’ascolto delle opere in scena al Teatro Verdi di Trieste. L’iniziativa si svolge nel segno della consolidata collaborazione tra il Civico Museo Teatrale “Carlo Schmidl”, l’Associazione Triestina Amici della Lirica “Giulio Viozzi” e la Fondazione Teatro Lirico “Giuseppe Verdi”.
L’opera, nel nuovo allestimento della Fondazione Teatro Lirico G. Verdi di Trieste per la regia di Igor Pison (scene Nicola Reichert, costumi Manuela Paladin), sarà in scena dal 14 al 23 aprile al “Verdi” di Trieste. Sul podio il Maestro Concertatore e Direttore Enrico Pagano. Maestro del Coro Paolo Longo.
Allo “Schmidl” sarà la musicologa Rossana Paliaga a raccontare l’opera di Gluck avvalendosi anche di esempi musicali e video. Ospite d’onore dell’incontro sarà il regista Igor Pison.
Titolo cruciale nella storia dell’opera, l’«Orfeo ed Euridice», azione teatrale in tre atti di Christoph Willibald Gluck, su libretto di Ranieri de’ Calzabigi tratto dalla mitologia greca, è considerata una pietra miliare nella ‘riforma del melodramma’. Composta intorno al mito di Orfeo come ‘azione teatrale’ per musica, con cori e danze, «Orfeo ed Euridice» ebbe il suo debutto al Burgtheater di Vienna il 5 ottobre 1762. La prima italiana sarebbe seguita al Teatro Ducale di Parma il 24 agosto 1769. A Trieste l’opera andrà in scena per la prima volta al Politeama Rossetti nel dicembre del 1889, per iniziativa del critico musicale Gian Giacomo Manzutto.
Risale infine al febbraio 1932 la prima rappresentazione al Teatro Verdi, alla quale avrebbero fatto seguito cinque allestimenti: nel 1953, nel 1969, nel 1984, nel 1995 (alla Sala Tripcovich) e nel 2015.
I due autori, Gluck e Calzabigi, trovando l’uno nell’altro l’interlocutore adatto a sviluppare le idee innovatrici in evoluzione rispetto a quella che era la routine teatrale dell’epoca, realizzarono un passo decisivo di trasformazione verso un ideale di ‘dramma musicale’ più attento alla verità dei sentimenti e meno ai virtuosismi. La principale innovazione di Gluck consiste nella totale soppressione dei recitativi secchi, normalmente accompagnati solamente dal clavicembalo o dal violoncello, in favore dei recitativi accompagnati, dando origine a una continuità strutturale e drammaturgica che mette sullo stesso piano emotivo canto e concatenazione degli eventi. Anche il ruolo dell’orchestra cambia, trasformandosi in elemento attivo e in continua interazione ritmica, musicale ed espressiva con le voci per tutto lo svolgimento dell’opera. Il convenzionale lieto fine, l’uso di strumenti arcaici e il ruolo protagonistico che Gluck assegnò al contralto castrato Gaetano Guadagni collocano quest’opera, pur con i suoi intenti di “nobile semplicità”, all’interno del più antico genere dell’intrattenimento di corte barocco.
Ingresso libero fino ad esaurimento di posti disponibili.
Consigliata la prenotazione (indicando nome, cognome e recapito telefonico) all’indirizzo di posta elettronica info@amiciliricaviozzi.it
Civico Museo Teatrale Carlo Schmidl
Palazzo Gopcevich Via Rossini, 4
Palazzo Gopcevich Via Rossini, 4