Percorsi
Sonntag 05.09.2021
– Sonntag 19.09.2021
Sala Comunale d'Arte
– Sonntag 19.09.2021
Sala Comunale d'Arte
Sabato 4 settembre 2021 alle ore 17, nella Sala Comunale d'Arte di Piazza dell'Unità d'Italia 4 a Trieste, apre la mostra "Percorsi" di CeG Cesare Fernicola e Giovanna Dotta.
"Percorsi diversi maturati da formazione ed esperienze differenti - scrive Rosario Barbato - che, talvolta, hanno qualche convergenza (comune è, ad esempio, l’interesse per la tridimensionalità) che si concretizza in opere comuni (Riflessione 2016 - 2021).
Giovanna Dotta utilizza prevalentemente la terracotta, a volte policroma, ha un’attenzione maggiore per l’ universo femminile ancora in cammino verso il completo riscatto sociale.
Per questa occasione ha realizzato un piccola serie di opere dedicate al vento, omaggiando Trieste che ha da sempre convissuto con la bora.
Cesare Fernicola evidenzia, attraverso lavori polimaterici, l’apparente ratio che governa l’organizzazione del nostro vivere attuale (o della nostra esistenza).
Ritenuta ormai sterile la polemica tra figura e astrazione, l’obiettivo comune resta la ricerca del “vero” attraverso la pratica artistica (espressione, intuizione della percezione del proprio tempo). Il fare, indipendente dall’ambiguo pedagogismo dell’arte militante, come strumento per “raggiungere” utopicamente la pura essenza: quella incontrovertibile del divino (...ma qualcuno vi è mai riuscito'). Non si dimentica comunque il passato, le radici, e quel filo invisibile che, idealmente, ci unisce ancora al mondo classico (Eden irraggiungibile ed erroneamente ricordato come tale), rifiutato da molti nella storia della cultura e spesso ritrovato, anche involontariamente. Il passato, certo, soprattutto greco, ma anche quello più remoto, una gabbia da cui è difficile uscire, ma anche riappropriarsene.
Le lacerazioni del Novecento, e quel miscuglio di alta tecnologia e barbarie che già caratterizza drammaticamente il primo scorcio del terzo millennio, manifestano la surrettizia consapevolezza dell’impossibilità di ricomposizione ed equilibrio. Il neoumanesimo, auspicato da alcuni, - conclude Barbato - dovrebbe abbandonare l’antropocentrismo e prevedere un nuovo patto tra uomo e natura per superare la tragica deriva della nostra civiltà".
L'esposizione è visitabile, nel rispetto delle disposizioni anti-Covid, sino al 19 settembre 2021 con orario feriale e festivo: 10_13 e 17_20.
"Percorsi diversi maturati da formazione ed esperienze differenti - scrive Rosario Barbato - che, talvolta, hanno qualche convergenza (comune è, ad esempio, l’interesse per la tridimensionalità) che si concretizza in opere comuni (Riflessione 2016 - 2021).
Giovanna Dotta utilizza prevalentemente la terracotta, a volte policroma, ha un’attenzione maggiore per l’ universo femminile ancora in cammino verso il completo riscatto sociale.
Per questa occasione ha realizzato un piccola serie di opere dedicate al vento, omaggiando Trieste che ha da sempre convissuto con la bora.
Cesare Fernicola evidenzia, attraverso lavori polimaterici, l’apparente ratio che governa l’organizzazione del nostro vivere attuale (o della nostra esistenza).
Ritenuta ormai sterile la polemica tra figura e astrazione, l’obiettivo comune resta la ricerca del “vero” attraverso la pratica artistica (espressione, intuizione della percezione del proprio tempo). Il fare, indipendente dall’ambiguo pedagogismo dell’arte militante, come strumento per “raggiungere” utopicamente la pura essenza: quella incontrovertibile del divino (...ma qualcuno vi è mai riuscito'). Non si dimentica comunque il passato, le radici, e quel filo invisibile che, idealmente, ci unisce ancora al mondo classico (Eden irraggiungibile ed erroneamente ricordato come tale), rifiutato da molti nella storia della cultura e spesso ritrovato, anche involontariamente. Il passato, certo, soprattutto greco, ma anche quello più remoto, una gabbia da cui è difficile uscire, ma anche riappropriarsene.
Le lacerazioni del Novecento, e quel miscuglio di alta tecnologia e barbarie che già caratterizza drammaticamente il primo scorcio del terzo millennio, manifestano la surrettizia consapevolezza dell’impossibilità di ricomposizione ed equilibrio. Il neoumanesimo, auspicato da alcuni, - conclude Barbato - dovrebbe abbandonare l’antropocentrismo e prevedere un nuovo patto tra uomo e natura per superare la tragica deriva della nostra civiltà".
L'esposizione è visitabile, nel rispetto delle disposizioni anti-Covid, sino al 19 settembre 2021 con orario feriale e festivo: 10_13 e 17_20.
Sala Comunale d’Arte
Piazza Unità d’Italia, 4
34100 Trieste
Piazza Unità d’Italia, 4
34100 Trieste