Al Dio ignoto
Dienstag 20.10.2020
Cinema Ariston
Cinema Ariston
Martedì 20 ottobre alle ore 20.30 al cinema Ariston il regista Rodolfo
Bisatti presenterà al pubblico in prima visione il film “AL DIO
IGNOTO” (Italia, Germania, 2019, 121’), interpretato da Laura
Pellicciari, Paolo Bonacelli, Krista Posch, Francesco Cerutti.
Lucia vive sola con il figlio adolescente Gabriel. Nella loro casa
aleggia un’assenza: la figlia primogenita, Anna, morta di leucemia
otto anni prima. Anche il marito, incapace di reggere questo evento,
li ha lasciati soli. Lucia tenta di sopravvivere al lutto dedicandosi
interamente alla cura di malati terminali, nell’hospice dove lavora,
che saranno per lei dei veri maestri. In particolare, l’anziano
professore Giulio che, narrando di sé e delle sue peripezie, le
indicherà una strada possibile per la liberazione dalla sua angoscia.
Il figlio Gabriel, metabolizza la scomparsa della sorella adottando
uno stile di vita temerario, per provare a sé stesso, e alla madre,
che vivere veramente comprende il rischio consapevole della morte.
La prima idea del film è nata alla fine degli anni ’90 su suggerimento
di Ermanno Olmi, che ha coinvolto Bisatti nelle riprese di uno dei
primi Hospice esistenti, una vera rarità dell’epoca perché le cure
palliative non erano ancora state riconosciute ed inserite nel nostro
Sistema Sanitario Nazionale. Il progetto ha poi preso corpo anni dopo
attraverso un lavoro teatrale, “20DUE”, un monologo propedeutico al
film in cui l’attrice Laura Pellicciari interpreta il ruolo della
madre che ha perso la figlia.
Scrive Rodolfo Bisatti nelle note di regia: «Una società che non pensa
alla morte è destinata a morire. Prima di questa emergenza pandemica,
la morte era del tutto rimossa dalla nostra società, un fantasma che
colpiva senza lasciare traccia, il lutto nascosto, innominato. (...)
La morte è un argomento inaffrontabile, un tabù, ed è del tutto
comprensibile che si cerchi di scappare il più lontano possibile da
lei, ma se una persona vive nella consapevolezza della morte e non
nella sua rimozione, forse “può anche rischiare” di vivere
intensamente. Vivere nella consapevolezza della morte non significa
esserne assoggettati ma, al contrario, gestire in modo migliore il
proprio tempo, investire sugli aspetti essenziali della vita. Una
visione che non è materialistica, ma che vede nelle cose di tutti i
giorni lo splendore dell’Esserci; la Meraviglia».