L’eredità dell’Ostetrica

di e con Maurizio Zacchigna
Tutto iniziò nel 1999 quando, Maurizio Zacchigna tornando a Trieste dalla capitale dove vivevo da molti anni, trovò affissi ai muri della città centinaia di manifesti contro il bilinguismo. Si chiese come fosse possibile che la sua città intendesse entrare nel nuovo millennio riproponendo lo slogan più stupido, manipolatorio e nefasto della sua storia. La domanda si trasformò in un tarlo; lo lavorò dentro con l’effetto di accorpare le sue due anime, quella civile e quella artistica, producendo un’inedita spinta creativa. Studiò tantissimo: libri, documenti ed ebbe decine di incontri con storici italiani e sloveni. Dopo due anni di immersione nella storia complicata ma eccitante della sua città, si sedette davanti ad un word immacolato. Ne uscì un testo che divenne un libro pubblicato dalla Manifestolibri che a sua volta divenne un monologo teatrale. Nella quarta di copertina del libro scrisse allora: “La storia di Trieste, illuminata nei suoi lati oscuri, può rivelarsi un utile strumento di analisi per riflettere sull’Italia di oggi, in questo paese dove troppi, pericolosamente, straparlano di razze e scontro di civiltà, dove la seduzione per un anacronistico e violento protezionismo razziale ha molto successo tra la sua attuale e immemore classe dirigente.” Ed era il 2000, figuratevi.
Nell'impressione che tale data suscita alla luce dell’attualità sta tutto il senso della riproposizione de “L’Eredità dell’ostetrica.2019”
Il biglietto intero è di 12€, il ridotto 8€.