Ombre e Luci - Incontro con l'artista
Samstag 25.08.2018
Sala Comunale d'Arte
Sala Comunale d'Arte
Sabato 25 agosto alle 19.30 l'ach. Marianna Accerboni condurrà alla Sala Comunale d’Arte di Trieste, in piazza dell'Unità d’Italia 4, alla presenza dell’autore, un approfondimento critico sull’opera del fotografo/artista Armando Casalino, nell’ambito della mostra personale Ombre e Luci - il paesaggio del corpo, già visitata da 1500 persone. L'esposizione, visitabile fino al 2 settembre, propone una ventina di foto realizzate dal 2013 a oggi, avvalendosi di un unico punto di luce cruda in controluce, non ammorbidita da diffusori, senza ritocchi in fase di postproduzione e stampate in HD su forex.
Il corpo femminile, ripreso in tutta la sua bellezza e il suo fascino - scrive Accerboni - rappresenta il tema di questa mostra davvero speciale per la padronanza tecnica, la profonda e sottile sensibilità e la maestria creativa dell’autore, capace di comporre con tale rassegna una sorta d’installazione totale. Che si leva, come un canto sospeso tra cronaca e passione, creato da un artista che dal soggetto femminile - anche inteso nel senso più lato della sua valenza sociale - ha quasi sempre tratto ispirazione per le sue accuratissime opere.
I lavori di Casalino rappresentano una sorta di racconto: il dinamismo insito nel corpo è individuato in modo virtuoso dall’autore, che riesce a fermarlo in immagini dagli echi classici, che per la loro potenza ricordano l’antica scultura greca, fornendo al fruitore, grazie alla loro vis icastica, la suggestione di trovarsi per lo meno dinanzi a un bassorilievo. Anche se l’elegante impaginazione cromatica, che il fotografo/artista dona alle proprie creazioni, esula da un contesto antico e si riferisce soprattutto alla forza dell’attimo che stiamo vivendo, hic et nunc, espresso secondo un linguaggio del tutto personale.
Bellezza, vitalità, ma anche dramma: l’accentuato contrappunto cromatico e luministico che caratterizza sempre l’opera di Casalino, non suggerisce mai un’interpretazione edulcorata dell’esistenza ma ne coglie forse la specificità più vera, spesso in bilico fra estasi, silenzio e fragore. Tutto ciò - conclude Accerboni -, espresso per altro soltanto attraverso la vibrazione del corpo, perché i volti ci sono negati, e secondo un libero e intenso agire di gusto espressionista.
Armando Casalino (Trieste,1963) inizia a fotografare appena decenne e negli anni ’70 sperimenta lo sviluppo e la stampa del B/N, nonché il passaggio a fotocamere reflex. Segue i grandi maestri della fotografia quali Newton, Hamilton, Hine, Stieglitz, Cartier-Bresson, Capa, Ray, che influenzano in modo determinante il suo stile. Nel 2010 inizia ad approfondirne lo studio e a sperimentarne diversi stili fino a trovare quello a lui più consono. Da questo momento nasce la necessità di mettersi in gioco attraverso uno stile fotografico innovativo ed è così che nel 2012, ispirato da un insolito spettacolo di danza moderna, realizza la sua prima personale, “MitoLogicaMente”, in cui personaggi mitologici rivivono per incarnare alcune delle più forti emozioni umane.
Nel 2013 nasce “Progetto Donna”, la sua seconda personale, con la quale decide di dare eco a tematiche sociali molto delicate, come la mutilazione genitale, la violenza e lo stupro, nonché la protesta femminile, ritraendo dal vero alcune esponenti delle “Femen” italiane. Tali argomenti catturano subito l’attenzione dei media, perciò molti scatti di “Progetto Donna” vengono pubblicati su diversi rotocalchi italiani e stranieri e ottengono allo stesso tempo un grande consenso anche sul web. In seguito Casalino espone a Torino, Genova, Pordenone, Lodi e Milano. Ottiene il primo premio come migliore progetto al concorso nazionale “Chiamala violenza non amore”, in cui le foto intitolate “Burqua”, “Infibulazione” e “Breast ironing” vengono premiate e successivamente esposte a Milano e a Torino. Casalino è un artista in continua evoluzione, perciò, partendo dalla denuncia sociale della violenza sulle donne, approda ad alcune tematiche controverse quali l’omosessualità, le unioni civili e i diritti dei transessuali e lo fa con la sua innata eleganza e la consapevolezza di camminare su un terreno molto farraginoso, seppur di grande attualità. È da tale presupposto che nel 2016 nasce il primo calendario italiano Lgbt, che ritrae le drag-queen del gruppo triestino Jotassassina.
Il corpo femminile, ripreso in tutta la sua bellezza e il suo fascino - scrive Accerboni - rappresenta il tema di questa mostra davvero speciale per la padronanza tecnica, la profonda e sottile sensibilità e la maestria creativa dell’autore, capace di comporre con tale rassegna una sorta d’installazione totale. Che si leva, come un canto sospeso tra cronaca e passione, creato da un artista che dal soggetto femminile - anche inteso nel senso più lato della sua valenza sociale - ha quasi sempre tratto ispirazione per le sue accuratissime opere.
I lavori di Casalino rappresentano una sorta di racconto: il dinamismo insito nel corpo è individuato in modo virtuoso dall’autore, che riesce a fermarlo in immagini dagli echi classici, che per la loro potenza ricordano l’antica scultura greca, fornendo al fruitore, grazie alla loro vis icastica, la suggestione di trovarsi per lo meno dinanzi a un bassorilievo. Anche se l’elegante impaginazione cromatica, che il fotografo/artista dona alle proprie creazioni, esula da un contesto antico e si riferisce soprattutto alla forza dell’attimo che stiamo vivendo, hic et nunc, espresso secondo un linguaggio del tutto personale.
Bellezza, vitalità, ma anche dramma: l’accentuato contrappunto cromatico e luministico che caratterizza sempre l’opera di Casalino, non suggerisce mai un’interpretazione edulcorata dell’esistenza ma ne coglie forse la specificità più vera, spesso in bilico fra estasi, silenzio e fragore. Tutto ciò - conclude Accerboni -, espresso per altro soltanto attraverso la vibrazione del corpo, perché i volti ci sono negati, e secondo un libero e intenso agire di gusto espressionista.
Armando Casalino (Trieste,1963) inizia a fotografare appena decenne e negli anni ’70 sperimenta lo sviluppo e la stampa del B/N, nonché il passaggio a fotocamere reflex. Segue i grandi maestri della fotografia quali Newton, Hamilton, Hine, Stieglitz, Cartier-Bresson, Capa, Ray, che influenzano in modo determinante il suo stile. Nel 2010 inizia ad approfondirne lo studio e a sperimentarne diversi stili fino a trovare quello a lui più consono. Da questo momento nasce la necessità di mettersi in gioco attraverso uno stile fotografico innovativo ed è così che nel 2012, ispirato da un insolito spettacolo di danza moderna, realizza la sua prima personale, “MitoLogicaMente”, in cui personaggi mitologici rivivono per incarnare alcune delle più forti emozioni umane.
Nel 2013 nasce “Progetto Donna”, la sua seconda personale, con la quale decide di dare eco a tematiche sociali molto delicate, come la mutilazione genitale, la violenza e lo stupro, nonché la protesta femminile, ritraendo dal vero alcune esponenti delle “Femen” italiane. Tali argomenti catturano subito l’attenzione dei media, perciò molti scatti di “Progetto Donna” vengono pubblicati su diversi rotocalchi italiani e stranieri e ottengono allo stesso tempo un grande consenso anche sul web. In seguito Casalino espone a Torino, Genova, Pordenone, Lodi e Milano. Ottiene il primo premio come migliore progetto al concorso nazionale “Chiamala violenza non amore”, in cui le foto intitolate “Burqua”, “Infibulazione” e “Breast ironing” vengono premiate e successivamente esposte a Milano e a Torino. Casalino è un artista in continua evoluzione, perciò, partendo dalla denuncia sociale della violenza sulle donne, approda ad alcune tematiche controverse quali l’omosessualità, le unioni civili e i diritti dei transessuali e lo fa con la sua innata eleganza e la consapevolezza di camminare su un terreno molto farraginoso, seppur di grande attualità. È da tale presupposto che nel 2016 nasce il primo calendario italiano Lgbt, che ritrae le drag-queen del gruppo triestino Jotassassina.
Sala Comunale d’Arte
Piazza Unità d’Italia, 4
34100 Trieste
Piazza Unità d’Italia, 4
34100 Trieste